Sulla rivista “Crocevia – Il nuovo volto della Polizia Locale” si può leggere l’articolo dedicato all’importanza dei Simulatori di Guida per l’educazione e sicurezza su stradale, scritto dal Comandante Polizia Locale di Penne (PE) Cap. Natalino Matricciani .
Di seguito riportiamo il testo completo per migliore leggibilità:
“Ho iniziato l’esperienza lavorativa alla Polizia Locale di Penne da dodici anni e con il lavoro straordinario di tutti i miei collaboratori, ci siamo dedicati da sempre alla formazione degli studenti della nostra magnifica cittadina, attraverso corsi di educazione stradale legati al concetto di sicurezza, tutti sviluppati per favorire una sana cultura della sicurezza stradale.
Passione verso la formazione che ho ereditato dagli anni trascorsi nelle diverse scuole dove ho avuto la fortuna di lavorare non appena laureato e che oggi ho il piacere di continuare a coltivare anche grazie alle mie due bellissime bimbe in età scolare.
Nel 2014 la Polizia Locale di Penne nell’ambito del bando per l’attuazione del “Piano Nazionale della Sicurezza Stradale” ha presentato il Progetto “Rispettiamo il codice dalla strada: diamo precedenza alla vita”, che è stato approvato e finanziato; quindi ci siamo rivolti a Toccafondi Multimedia, azienda leader nella produzione di simulatori, e abbiamo avuto così la possibilità, grazie alla loro straordinaria professionalità, di mettere a disposizione degli alunni i simulatori di guida in auto ed in moto e soprattutto il simulatore di guida in bicicletta, idea nata al telefono con il titolare Daniele Toccafondi.
La Città di Penne è stata così la prima in Europa ad avere a disposizione questo simulatore, mai usato precedentemente in un percorso di educazione stradale, che tra l’altro è stato riconosciuto, per l’anno 2016, come progetto più innovativo d’Italia al “Forum Nazionale della Polizia Locale e l’educazione stradale”.
Abbiamo cercato e trovato strumenti didattici in grado di sollecitare la motivazione ad apprendere degli alunni, con la consapevolezza che per trasmettere il tema della strada occorre puntare e stimolare la fantasia degli alunni coinvolgendoli in attività pratiche, sollecitando il loro innato desiderio di scoprire cose nuove attraverso rappresentazioni più vicine alla realtà, ancora di più nella scuola attuale dove la “competenza” si misura attraverso i cosidetti compiti di realtà, dove viene valutata la capacità di assumere decisioni e di saper agire e reagire in modo pertinente a situazioni quanto più possibili vicine al mondo reale.
Quale strumento migliore per rappresentare la realtà del mondo della strada se non con il simulatore, strumento didattico innovativo con cui si può trasmettere e far scoprire le norme del c.d.s. e i principi della sicurezza stradale parlando agli alunni con il loro stesso linguaggio.
Nella società tecnologica del XXI secolo occorre abbandonare la vecchia figura dell’operatore di Polizia Locale semplice trasmettitore del sapere ed unico attore del processo educativo: l’agente impegnato nell’educazione stradale deve assumere il ruolo di “guida”, con una didattica produttiva e non più solo trasmissiva, anche perché oggi gli allievi, grazie all’interattività degli strumenti tecnologici, sono diventati produttori di conoscenza.
Le nuove tecnologie rappresentano un interessante occasione per la costruzione di uno scenario didattico più gratificante e familiare per gli allievi; oggi dobbiamo fare formazione stradale ai cosiddetti “nativi” digitali ed ecco spiegato il perché noi “immigrati” digitali della polizia locale dobbiamo imparare a parlare attraverso tecnologie informatiche avanzate come i simulatori di guida.
Ma come affrontare una lezione sulla sicurezza stradale con il simulatore? Coinvolgendo attivamente gli alunni: attraverso il simulatore è possibile mettere l’alunno nella condizione di scegliere il modello di bicicletta, così come prima di scendere in strada sarà tenuto a sapere che il proprio veicolo deve essere munito di campanello, catadiottri di colore rosso applicati posteriormente, a lato e sui pedali, e che è sempre opportuno indossare il casco.
Con l’utilizzo dei simulatori l’alunno è chiamato a fronteggiare la gestione di qualsiasi veicolo in presenza di traffico intenso, piuttosto che moderato, pedoni attenti o distratti oppure veicoli che non rispettano le regole del c.d.s..
Durante le prime lezioni è indispensabile simulare uno scenario quanto più semplice per gli alunni, tenuto conto che si trovano per la prima volta a confrontarsi con situazioni di traffico al di fuori di piste ciclabili o parco giochi o dai semplici corsi di guida delle autoscuole che giammai si svolgono durante una intensa nevicata, piuttosto che in presenza di nebbia.
Questo nuovo approccio didattico all’inizio induce gli alunni a considerare il simulatore come un gioco; ecco perché nello svolgimento delle lezioni, dopo questa prima fase di scoperta, è comunque necessario fare un passo indietro e rielaborare le nozioni principali del c.d.s. con delle lezioni frontali, caratteristica della didattica trasmissiva, per poi tornare alla didattica produttiva, ma con modalità diversa, favorendo la cooperazione e il confronto tra gli alunni.
Così mentre l’alunno si confronta con il proprio compito di realtà, il resto della classe assiste alla simulazione cercando gli errori del compagno ed al termine del percorso si favorisce il confronto tra gli allievi, stimolando il loro spirito critico, per costruire poi, tutti insieme, il comportamento corretto da tenere sulla strada.
In questo modo gli scolari responsabilizzati non considerano più il simulatore come un semplice gioco, avendo soprattutto i più grandicelli, grazie allo sviluppo dei software della Toccafondi Multimedia, la possibilità di cogliere gli effetti sul comportamento umano e quindi sulla sicurezza causati dalla guida subito dopo un pasto pesante piuttosto che a seguito di un colpo di sonno o dall’assunzione di alcol, droga.
Si possono utilizzare i simulatori all’interno delle classi, ma attraverso le manifestazioni all’aperto, in cui tutta la cittadinanza è chiamata a mettersi in gioco, bambini e genitori possono condividere i diversi momenti educativi volti a conoscere meglio il luogo in cui ogni essere umano passa più tempo: la strada.
Tutti i positivi effetti di questo percorso educativo sono stati riscontrati anche con gli alunni portatori di handicap che, attraverso gli accattivanti simulatori di guida, sono riusciti a vivere l’esperienza della guida in bici, moto o auto in situazioni di realtà, situazione che per molti di loro (colpiti da gravi disabilità) non sarà possibile vivere nel quotidiano: una esperienza che ha fatto comprendere anche a noi operatori ed educatori di sicurezza stradale la chiara potenzialità di tali strumenti.”
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